Antonio Infantino è uno dei padri della musica popolare italiana. Legato a Tricarico (MT) e profondamente vicino ai valori ed alle sonorità della vita tradizionale e rurale che da sempre lo accompagnano nel suo peregrinare.
Nella sua attività ha spaziato dall’etno folk alla tarantella ma le sue origini sono nella stagione della Beat Generation italiana, misto alla canzone impegnata degli anni ’60. Le sue formazioni sono una travolgente macchina percussiva e poliritmica, impegnata in una performance iterativa e rituale. Un doppio viaggio nello spazio e nel tempo: un frammento di Lucania (l’antica Basilicata) con la sua musica popolare piena di strumenti percussivi, riti di possessione e trance: un ritorno al recente passato musicale dove rimane lui, con la sua voce abrasiva e roca e la chitarra battente.
È stato senza dubbio uno dei protagonisti del beat italiano, personaggio che incarna in senso letterale alcune tra le cose migliori della cultura e dello spettacolo di questi ultimi quarant’anni.
Cittadino del mondo, non si è mai stancato di ricercare la purezza degli elementi primordiali che combinandosi in maniera diversa e misteriosa danno vita alla nostra realtà multiforme, multisonora e multicolore.